«Nel mio paese, Paternò, muvirisi non significa muoversi, ma restare. Un ossimoro, della lingua e del pensiero, che svela l’atavico dualismo tra evolversi o resistere, tra partire e restare. Tra il desiderio di andare e la condanna all’immobilità. Per fortuna. Di questo e di corpo e di desiderio parla Moviti ferma.
È nato in Sicilia e racconta la creatività di una terra che resiste, non si adagia sulle brutture di questi tempi incerti, ma pulsa di vita attraverso la musica. È un disco corale, la cui ispirazione è condivisa.
Generato dalla necessità si sentirsi parte di un mondo affettuoso. È un racconto individuale reso possibile dal sostegno di una collettività, che ne rappresenta forza e paesaggio.
È un pensiero alla mia generazione che è andata via credendo di essere libera di scegliere il proprio mondo. Si è ritrovata spezzata per sempre. Perché chi è libero lo è anche di tornare.»
Dal nuovo lavoro discografico omonimo, prodotto artisticamente da Puccio Castrogiovanni, prende vita Moviti Ferma, un live intimo e dirompente in cui la teatralità della lingua siciliana si scioglie nell’intreccio ritmico di marranzano e percussioni.
In uno spettacolo composito e corale, Eleonora Bordonaro, costruisce connessioni artistiche per un omaggio alla creatività dell’area etnea, in cui autori e musicisti rinvigoriscono il patrimonio culturale dell’isola con i suoni della contemporaneità.
Moviti ferma è un racconto individuale, intriso di femminilità, potenza e fierezza, nato da un terreno culturale fervente di desiderio di esprimersi con l’arte.
I testi originali raccontano della ricerca di equilibrio con la natura, della gabbia del corpo, della necessità di muoversi eppure del desiderio di restare fermi, radicati, delle sfide e del modo di affrontarle. Sono inni sfrenati e naïf e paesaggi struggenti di umanità perduta. Un concerto ritmico, sensuale, energico, teatrale nei contenuti e leggero per attitudine.
I testi di Moviti Ferma nascono dalla forza creativa di tanti artisti che rappresentano una città curiosa e vivace: Biagio Guerrera poeta, Carmelo Chiaramonte chef, Marinella Fiume, linguista, ex sindaca, Gaspare Balsamo e Giovanni Calcagno attori, Saro Urzì gestore dello storico locale Nievski. Con ognuno si è lavorato ad una storia di desiderio e comunità.
E i testi hanno incontrato i musicisti che hanno vestito di note i pensieri e ne hanno fatto immagini, teatro, forse cinema.
Innanzitutto, Cesare Basile che più di tutti ha raccontato gli ultimi incrociando il blues, la musica africana e il cantautorato in un siciliano vero e raffinatissimo, Michele Musarra fonde musica popolare, trance e reggae, Agostino Tilotta, anima degli Uzeda, storica noise band catanese. I Lautari che da trent’anni riscrivono la tradizione folk siciliana con un suono compatto, semplice e raffinato. E poi le orchestre giovani, cioè Sambazita, laboratorio permanente di percussioni specializzato in repertorio di afrosamba, e Jacaranda Piccola Orchestra Popolare dell’Etna, con il trascinante suono folk acustico. Fabrizio Puglisi e Giovanni Arena, hanno invece portato la visione jazz e contemporanea alla melodia di un valzer popolare.