Dalla tradizione popolare meridionale, alla bossa nova e al folk, un concerto ironico e divertente che ripercorre attraverso le grandi voci femminili, le storie di emancipazione dei Paesi del Sud del mondo.
In un viaggio musicale intenso e leggero, che dalla Sicilia arriva fino all’Argentina, Messico e Brasile, si intonano canti di lavoro, di tabacchine, tessitrici, mietitori e pescatori, registrati da Alan Lomax in Sicilia negli anni ’50, si rivive l’epica dei cantastorie, il misticismo contadino dei canti religiosi, l’amore struggente e passionale, il ritmo sfrenato delle tarantelle e un immancabile omaggio a Rosa Balistreri, maestra e ispiratrice.
Attraverso la musica, si raccontano storie e personaggi, ambienti e atmosfere animate da donne forti, volitive, ottimiste, sfrontate, libertine e sante che cantano il lavoro, la liberazione sessuale, la maternità, i tradimenti, la fede. I canti di questua, di lavoro, d’amore o religiosi originalmente arrangiati assumono un colore inaspettato, mantenendo una verace emotività nella tecnica vocale e una fedeltà alle melodie tradizionali.
Il RepertorioIn un’atmosfera leggera e teatrale il concerto racconta la figura femminile dallo sguardo disincantato e sorpreso di una donna dei nostri tempi che usa tanti linguaggi musicali e diverse lingue quali il siciliano, il napoletano, il portoghese, lo spagnolo e il grico.
Si apre con una villanella del 1540 di Leonardo Primavera in cui la donna è esaltata per la sua bellezza quasi immobile per passare ad un’immagine più vivida e vera della donna lavoratrice rappresentata dalle tabacchine di Fimmene Fimmene della tradizione salentina e dal canto trentino La serva, in cui, con un pragmatico spirito del nord, una serva afferma la sua dignità nei confronti dei padroni.
Il repertorio prevede intensi e coinvolgenti canti religiosi quali Maria passa ppi na strata nova, Via Crucis registrata da Alan Lomax nel ‘54 in Sicilia dalla voce di un mietitore, che racconta la Passione di Cristo con gli occhi della Madonna, e un insieme di canti dedicati al Rosario dall’Ave Maria Fadista di Alex De La Cruz, portata al successo da Amalia Rodrigues, a Maria di li grazi che ancora si canta in remotissimi angoli della Sicilia.
Dall’altro lato dell’Oceano, in Brasile, a ritmo di samba si raccontano le donne allegre e sfrontate di Falsa Baiana, tratto dal repertorio MPB (Musica Popular Brasileira), le schiave di Negrume da Noite che secondo la tradizione afro-samba dedicano agli orixás del candomblé invocazioni e preghiere, e ancora le meravigliose e delicate liriche d’amore di Pixinguinha in cui si intrecciano melodie complesse eppure lievi.
Dal repertorio di Mercedes Sosa, icona di libertà della canzone popolare Argentina, il concerto prevede il ricordo, attraverso le sue liriche, di Alfonsina Storni, grande poetessa italo-argentina, testimone con la sua stessa vita della lotta per l’emancipazione femminile e il ritmo dolce e coinvolgente di Las manos de mi madre potente e icastica ode alla tenerezza materna.
Poi un immancabile omaggio alla tradizione siciliana cantata da Rosa Balistreri, in cui le donne sono protagoniste di canti ironici sugli stereotipi: dalle zitelle affrante, timorose o combattive alle buffe ragazze rivoluzionarie degli anni ’70, desiderose di affermare il diritto alla libertà sessuale contro un mondo bigotto e retrivo ne ‘ Pinnula.
Partendo da un’identità musicale e antropologica forte come quella siciliana in questo concerto ci si lancia nell’incontro, quasi in un abbraccio con tradizioni musicali diverse eppure legate dalla stessa genuinità, dalla stessa necessità di ragionare, scherzare, danzare, ridere e cantare.